IT8050052 – ZSC – Monti di Eboli, Monte Polveracchio, Monte Boschetiello e Vallone della Caccia di Senerchia

Descrizione

La ZSC IT8050052 “Monti di Eboli, Monte Polveracchio, Monte Boschetiello e Vallone della Caccia di Senerchia” ha una superficie di 14.307 ettari. Ricade nelle province di Salerno (10.712,6 ha; 75,2%) e Avellino (3.549,4 ha; 24,8%) ed interessa i Comuni di Acerno (SA) (2.611,8 ha; 18,2%), Campagna (SA) (6.532,4 ha; 45,7%), Eboli (SA) (185,3 ha; 1,3%), Olevano sul Tusciano (SA) (1.005,7 ha; 7,1%), Oliveto Citra (SA) (3.139,8 ha; 2,9%), Calabritto (AV) (1.269,99 ha; 8,9%) e Senerchia (AV) (2.279,402 ha; 15,9%).

Il gruppo montuoso fa parte dei Monti Picentini e il Monte Polveracchio (1.790 m.s.l.m.) rappresenta la terza cima più alta, dopo il Cervialto ed il Terminio (l’intero rilievo è parte integrante del Parco regionale Monti Picentini). Dalle sue falde nascono i fiumi Tusciano, Tenza, Acquabianca, Atri e Trigento.

Il sito si caratterizza per una catena montuosa appenninica di natura calcarea e dolomitica con presenza diffusa di torrenti.

Alle pendici del Polveracchio sono presenti due oasi, quella del Lupo e quella del Vallone della Caccia che insistono sui due versanti della stessa vetta; nell’oasi del Lupo la faggeta è mista con Acero napoletano, Acero di monte e Castagno.

Il valore paesaggistico principale è legato alla percezione di un ambiente appenninico integro ed efficiente dal punto di vista ecosistemico. La presenza del Lupo appenninico rende il sito prezioso per la sopravvivenza della specie.

Il Vallone di Caccia di Senerchia è un esempio raro di selvaggitudine appenninica, ricco di torrenti che formano giochi d’acqua naturali, cascatelle e rapide, vegetazione integra che ospita una catena alimentare completa. Sono presenti diversi nuclei di Pino nero e di Betulla e rappresentativi esempi di praterie xerofile. Sono ben rappresentate anche le foreste di caducifoglie e le faggete in quota.

Risultano irrilevanti le interferenze antropiche legate perlopiù all’apertura di percorsi. L’intera zona è stata in passato teatro di vicende brigantesche e numerosi sono i passaturi utilizzati dai briganti postunitari ma anche dalle truppe tedesche che si ritiravano dal sud Italia inseguite dagli Americani.  Grazie a questa maglia di percorsi e alla tradizionale “coltivazione” della montagna, anche in questo sito la rete sentieristica è ben sviluppata e collega sia alle strade asfaltate che ai più ampi circuiti escursionistici che si dipanano nel territorio picentino.


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