IT8050051 – ZSC – Valloni della Costiera Amalfitana

Descrizione

Il Sito Natura 2000 IT8050051 – Valloni della Costiera Amalfitana, ricadente nella regione biogeografica Mediterranea, è costituito da 6 valli fluviali che complessivamente occupano una superficie di circa 226 ettari e si sviluppano in altitudine dal livello del mare sino a un massimo di 800 mslm. Sotto il profilo amministrativo, tutte e 6 le aree insistono nella Provincia di Salerno e, per quanto attiene l’Autorità di bacino, nella Unit of Management Regionale Destra Sele. Nel complesso, ricadono negli ambiti territoriali dei comuni di Positano, Agerola, Praiano, Furore, Conca dei Marini, Tovere, Atrani, Ravello, Minori, Scala.

Le aree di tutela si presentano con una forma allungata ed omogenea che corrisponde a quella di una valle fluviale fortemente incisa e con una certa acclività.

I Valloni della costiera amalfitana sono ubicati nel versante sud della dorsale morfologica dei Monti Lattari, i quali costituiscono in un certo senso il prolungamento occidentale del massiccio dei Monti Picentini e si allungano in direzione nordest-sudovest a dividere il golfo di Napoli a nord da quello di Salerno a sud. La porzione centrale del massiccio è segnata dalle cime del Monte Finestra (1.145 m), del Monte Cerreto, del Monte San Michele (1.444 m), del Monte Cervignano (1.203 m) e del Monte Faito (1202 m), digradando verso ovest fino a Monte Cerasuolo (1.200 m).

Nella zona interessata dalla ZSC Valloni della Costiera amalfitana non sono presenti corsi d’acqua di particolare importanza: ogni singolo vallone ha al proprio interno un piccolo impluvio a carattere torrentizio che trova origine in bacini idrografici di piccole dimensioni in gran parte a forma dendritica e particolarmente incisi, come su identificati.

I 6 ambiti costituenti i Valloni della costiera amalfitana, partendo da ovest verso est sono articolati come segue.

Valle Arienzo si trova nel Comune di Positano nella frazione Arienzo dove è presente una valle fortemente incisa in roccia calcarea. Il torrente che si trova all’interno è il Vallone Porto.

A poche centinaia di metri è presente un’altra valle incisa in roccia calcarea dove si trova il Torrente Nocella che prende origine dal Monte Calabice; l’area protetta si sviluppa a partire in questa valle poco ad est dell’abitato di Nocelle, per poi proseguire verso valle fino lambire la SS163, dopo di che interessa una vallecola posta ad ovest sino a raggiungere il piccolo golfo di San Pietro nelle vicinanze della frazione di Laurito.

Ancora ad est, in comune di Praiano, si osservano 2 valli fluviali particolarmente incise che si uniscono a formare il Vallo di Praia in prossimità della Marina di Praiano; anche in questo caso l’area del sito considera sia il fondo valle inciso ma anche il versante morfologico molto acclive in un substrato calcareo. La valle è delimitata ad ovest dal crinale morfologico alla cui base si trova l’abitato di Praiano, mentre a est dall’alto morfologico dove insiste l’abitato di San Michele.

Tra i comuni di Furore e di Conca dei Marini insite un ulteriore ambito che riguarda anche in questo caso la fascia di circa 100 metri corrispondente a una valle fluviale incisa in roccia calcarea; la forma è leggermente arcuata e all’interno di essa scorre il Vallone Furore che trova origine dall’altopiano dove insiste l’area urbana di Agerola e in particolare dall’alto morfologico di Monte Colle Sughero. La valle si trova delimitata ad ovest dall’abitato di San Michele e ad est dall’abitato di San Lazzaro.

Altro vallone si trova ad Atrani, nella valle calcarea incisa dal torrente Dragone; la porzione di valle prende origine dalla zona posta a nord dell’abitato di Ravello che prosegue verso la foce ad Atrani dopo un percorso curvo di circa 2 km.

L’ultima valle fluviale incisa è quella caratterizzata dal Torrente Sambuco per circa 1 km, fino al raggiungimento della foce a Minori.

La superficie agricola totale è composta principalmente da aree boscate (45%) e prevalentemente da coltivazioni legnose, prati permanenti e pascoli per la restante parte; una superficie residuale è dedicata a seminativi (8%) e orti familiari (2%).

In attesa degli esiti dei monitoraggi in campo, possono essere segnalati gli habitat di interesse comunitario già elencati nel Formulario Standard del sito stesso, che registra la presenza di: 5330 – Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici per 102.15 ettari; 6220 – Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea per 22.7 ettari; 8310 – Grotte non ancora sfruttate a livello turistico per 2.27 ettari; 9340 – Foreste di Quercus ilexe Quercus rotundifolia per 22,7 ettari.

I corpi idrici, a seconda delle portate, costituiscono l’habitat di specie acquatiche di interesse comunitario (Salamandrina perspicillata/terdigitata).

La vegetazione è rappresentata essenzialmente da boschi misti di caducifoglie, leccete e ampelodesmeti, ma sono ben rappresentati anche gli habitat rupestri e a questa varietà di ambienti sono associate comunità faunistiche con elementi di pregio sia per quanto riguarda gli invertebrati sia gli uccelli; il sito riveste infatti un ruolo importante anche come area di sosta per l’avifauna migratrice. Il Formulario Standard del Sito riporta la presenza riproduttiva delle seguenti specie di Allegato I della Dir. 2009/143/CE.: Falco peregrinus, Lanius collurio e Sylvia undata.


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